La sorveglianza sanitaria per il lavoro notturno viene applicata a tutti i lavoratori che svolgono la loro mansione di notte per un minimo di 80 giorni, e precisamente per almeno 7 ore di seguito (pausa inclusa) di cui almeno 3 ore tra la mezzanotte e le 05.00 del mattino.

Vediamo nel dettaglio.

L’obbligo della sorveglianza sanitaria per il lavoro notturno

I lavoratori che svolgono il lavoro notturno sono esposti ad una stanchezza psicofisica maggiore e ciò costituisce un fattore di rischio per la salute: per questo l’obbligo della sorveglianza sanitaria diventa indispensabile.

Infatti il Decreto Legislativo 81/08 prevede che i lavoratori che svolgono le loro mansioni nella fascia oraria considerata notturna devono essere sottoposti obbligatoriamente alle visite preventive, periodiche e specifiche da parte del Medico competente dell’azienda per verificarne l’idoneità lavorativa.

Nel caso in cui un lavoratore risulti non è idoneo per la mansione notturna non vi è licenziamento: il datore di lavoro deve affidargli un’altra attività lavorativa ma che sia svolta di giorno.

I rischi del lavoro notturno

I rischi in cui può incorrere il lavoratore che svolge il lavoro notturno sono ad esempio:

      provocare infortuni sia per sé stessi che per gli altri;

      contrarre malattie professionali a breve termine come ad esempio stanchezza, stress e disturbi del sonno a breve termine;

      contrarre malattie professionali a lungo termine come ad esempio ulcera, ipertensione, disturbi del sonno a lungo termine.

Categorie che non possono svolgere il lavoro notturno

Ci sono alcune categorie che nonostante godano di buona salute non possono svolgere il lavoro notturno, come ad esempio:

      il soggetto che non ha compiuto il 18esimo anno di età, quindi il minorenne;

      il soggetto in gravidanza fino al primo anno di vita del bambino;

      il soggetto che ha figli con un’età inferiore a 3 anni;

      il soggetto genitore affidatario che ha figli con un’età minore di 12 anni;

      il soggetto con persona a carico appartenente alla categoria indicata dalla legge 104;

      i soggetti non idonei.

Non possono svolgere il lavoro notturno neanche i lavoratori soggetti ad alcune particolari patologie come ad esempio:

      alterazione della tiroide;

      disturbi psichiatrici;

      diabete;

      malattie cardiovascolari e gastrointestinali;

      epilessia;

      neoplasie;

      patologie dell’apparato neurologico.

Molto importante è valutare anche lo stato psico-fisico dei lavoratori che hanno superato i 50 anni di età e tenere conto se i lavoratori soffrono di alcolismo, disturbi del ciclo mestruale o assumono psicofarmaci.

Obblighi del datore di lavoro

L’attività di prevenzione da parte del datore di lavoro è molto importante per tutelare la salute dei propri dipendenti.

Infatti è compito del datore individuare i fattori di rischio legati al lavoro notturno e, una volta individuati, cercare di eliminarli o quanto meno ridurli.

Il servizio di prevenzione e protezione deve assicurare ai lavoratori un supporto qualora si presentassero problemi di salute connessi al lavoro notturno garantendo anche delle condizioni sicure durante lo svolgimento della mansione.

Una buona organizzazione dell’orario di lavoro è importante affinché nessun lavoratore sia troppo carico di lavoro e per non far sopportare ai lavoratori i turni notturni/giornalieri consecutivi.

Inoltre il datore deve occuparsi di formare i dipendenti riguardo la sicurezza sul lavoro anche di notte, poiché questo consente di tutelare la loro vita.