Lo stress sul posto di lavoro (stress lavoro-correlato) è diventata ormai una delle tematiche più discusse nel mondo del lavoro.
Molti lavoratori si trovano ad esempio in condizioni di affaticamento, senso di esaurimento e si sentono logorati dalle emozioni negative dovute alla loro attività lavorativa.
Il datore di lavoro però a fronte di questi disagi può mettere in atto dei piani aziendali a beneficio del benessere dei suoi dipendenti.
Vediamo insieme cos’è il welfare aziendale e di cosa si tratta.
Cos’è il welfare aziendale e di cosa si tratta?
Il welfare aziendale è l’insieme di tutte quelle azioni e iniziative mirate al miglioramento della qualità della vita del lavoratore, quindi al suo benessere.
Ci sono diverse azioni e piani da poter intraprendere che riguardano il welfare aziendale mirate alla tutela del benessere dei lavoratori e al miglioramento dell’ambiente in cui essi lavorano.
Ad esempio:
– esaminare l’ambiente lavorativo: lavorare in un clima sereno non farà altro che permettere migliori prestazioni lavorative da parte dei dipendenti e una loro maggiore soddisfazione;
– avere uno psicologo del lavoro all’interno dell’azienda: questa figura è importante ai fini della tutela del benessere dei lavoratori poiché fa da supporto all’intera organizzazione;
– studiare eventuali forme di benefit aziendali quali premi, incentivi, riconoscimenti aziendali;
– il team coaching aziendale: significa raggruppare la squadra lavorativa al fine di raggiungere lo stesso obiettivo finale rafforzando le potenzialità e le competenze di ognuno;
– il team building: consiste nello svolgimento di attività di gruppo finalizzate alla conoscenza e fiducia tra i membri del team grazie alle quali emergono coinvolgimento e armonia all’interno del gruppo lavorativo.
Sindrome da burnout
Come ben sappiamo lo stress sul posto di lavoro può comportare diverse emozioni negative al dipendente il quale potrebbe avvertire ad esempio esaurimento emotivo e stanchezza fino a diventare una vera e propria sindrome chiamata “sindrome da burnout”.
La sindrome da burnout (che letteralmente significa “bruciato”, “esaurito”, “scoppiato”) è una vera e propria patologia ed è causata dallo stress cronico correlato al posto di lavoro.
Il lavoratore avverte l’esaurimento della propria energia psico-fisica provando, ad esempio, irritabilità, calo della motivazione e disinteresse.
Quindi quella che può sembrare una fase passeggera di scarsa motivazione può invece portare il lavoratore a manifestare sentimenti di ostilità e apatia verso i colleghi e il lavoro, fino a perdere del tutto il controllo dello stress.
Applicare per tempo delle misure di welfare aziendale può evitare queste brutte conseguenze ai dipendenti che di riflesso si ripercuoteranno sull’azienda.
I rischi aziendali
Il datore di lavoro secondo il Decreto Legislativo 81/2008 è tenuto a controllare il livello di stress lavoro-correlato di ogni suo dipendente e a tutelare la salute di ognuno.
Lo stress lavoro-correlato comporta una riduzione della produttività e demotivazione a fronte dell’attività lavorativa del lavoratore.
L’azienda avrà delle conseguenze negative che porteranno il datore di lavoro ad affrontare diversi rischi:
– aumento di assenteismo;
– dimissioni;
– aumento di turn-over, quindi del ricambio del personale;
– diminuzione della produttività dell’azienda;
– scarsa qualità del servizio offerto;
– aumento dei costi.
Consigli utili per il datore di lavoro
Affinché l’azienda abbia un “clima sano” e i dipendenti siano soddisfatti e siano contenti di lavorare non bisognerebbe sottovalutare l’importanza di alcune cose:
– curare il benessere dei dipendenti: ad esempio una buona organizzazione lavorativa e degli orari di lavoro adeguati, o nuovi benefit aziendali possono sicuramente contribuire al benessere dei lavoratori;
– curare la comunicazione: comunicare con i dipendenti e ascoltare eventuali loro richieste può sicuramente creare dei rapporti lavorativi migliori;
– curare le misure di welfare aziendale: la “felicità” ed il benessere dei dipendenti si ripercuoterà sull’azienda stessa sotto forma di produttività;
– facilitare l’inserimento di uno psicologo del lavoro o, in mancanza, creare un supporto psicologico (anche on line): avere uno psicologo in azienda è di grande aiuto per i dipendenti che si sentiranno supportati nell’affrontare i loro problemi.